Margherita Oggero - Il Compito di un gatto di strada


Primo libro che leggo di Margherita Oggero, che ho trovato piacevole anche se verso la fine forse un po' deludente.
La storia è geniale. Protagonisti un gatto di nome Ruggine e il suo strambo amico, Odradek, un animale misterioso (e creatura letteraria) nato dalla fantasia di Kafka (un rocchetto di filo, piccolo, velocissimo e con una voce simile al frusciar di foglie cadute) e che la Oggero fa rivivere a modo suo.
Ruggine è un gatto color ruggine, giovane, che viene mandato dalla madre in Inghilterra, dove dovrà partecipare a un incontro speciale per soli gatti discendenti dallo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Cioè gatti che sorridono e che possono rendersi, quando vogliono, invisibili.
Ruggine è però sperduto, il padre non l'ha mai conosciuto e la madre non lo può aiutare molto, visto che un giorno viene investita e perde la memoria. Si incammina così e per caso incontra Odradek. I due insieme fanno ridere: Ruggine è un gattino curioso, forte, vispo, allegro, ingenuo, ignorantello; Odradek è tutt'altro, sofisticato, deboluccio, cortese e impostato, colto, solo. I due si incontrano e diventano amici. Hanno bisogno l'uno dell'altro. Ruggine ha bisogno di una guida, di cultura, di protezione, Odradek di compagnia, di affetto, di condivisione e di quella spontaneità e leggerezza che hanno le creature giovani e ancora poco appesantite dalla vita. L'uno parla il modo giovanile (tele, risto, cine), l'altro in modo se vogliamo arcaico. Dopo essere entrati in confidenza, i due si incamminano verso l'Inghilterra, e nel frattempo si conoscono, si amalgamano, crescono insieme. Ruggine scioglierà il cuore di Odradek, lo renderà più leggero, meno opaco e triste, più amabile, e Odradek insegnerà al gatto la vita, i rapporti con il mondo, gli spiegherà cos'è la letteratura e gli insegnerà a leggere. I due infatti si perdono via, e mentre viaggiano (in auto, in camion, in treni...) finiscono sempre per cercare ciò che amano di più: i libri. I libri che ti portano via dal mondo ma te lo fanno anche sentire più vero e vicino al cuore, se li ami e li sai comprendere. Tanto da farti dimenticare tutto, perfino il Compito, e da farti arrivare in ritardo a quella che doveva essere la riunione più importante della tua vita.
Una piccola favola a lietissimo (e forse scontato) fine, con la morale che ognuno ha bisogno di un essere compatibile a fianco, ma che anche le diversità aiutano a crescere, a vivere, a sentirsi felici. 

Carino, ma forse verso la fine scema un po'. Peccato, perché fino a metà libro è letteralmente conquistante!

"è a leggere i libri che poi si diventa indecisi?" (Ruggine)
"cosa mi lega a questa città? Nulla ormai. Forse viaggiando riuscirò a dare un senso alla mia esistenza, ad autofondarmi, a uscire dal cupio dissolvi che mi attanaglia" (Odradek)


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Nota

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